L’amore è oramai passato di moda. I pettegolezzi, il ghosting, e lo spezzare cuori per gioco non lo sono ancora.
In questo modo, diverse donne amano prendersi gioco degli uomini rimasti illusi dell’amore.
Quelle stesse donne che amano socializzare e scambiarsi nozioni, specie riguardo persone, in ambienti protetti tra persone dello stesso sesso.
Perché il desiderio fondamentale di una donna non è quello di amare o di essere amata, ma quello di stare al sicuro, nella fattispecie in campo interpersonale.
Per questo, serve un mezzo di comunicazione affidabile e privato, ma soprattutto popolare e frequentato.
E qui entra in gioco uno dei più grandi social network al mondo, Facebook. Grazie alle sue funzionalità avanzate e alla popolarità del social è possibile creare gruppi privati dove vengono accettate sole donne, in particolare quelle della stessa area.
Per questo si può parlare di gruppi, non di un solo gruppo. Questi gruppi, oramai diffusi a macchia d’olio negli Stati Uniti, ma presenti anche in Italia, hanno diversi fattori in comune: essere privati in modo che solo le donne dell’area possano richiedere di farne parte, essere territoriali (esiste un gruppo per ogni città o area), e chiamarsi allo stesso modo: appunto, “Are We Dating The Same Guy”, che in inglese vuol dire Stiamo con lo stesso tipo?.
Sono iconiche anche le foto profilo di quei gruppi, due segni femminili con in mezzo un punto interrogativo che somiglia a un segno maschile.
Il primo gruppo di essi è nato a New York, e nel giro di un anno sono già diventati 120.
Cosa c’è dentro quei gruppi
Siano A, B, C e D delle donne.
A si vede con X, un uomo, gentile ma manipolatore e a volte maleducato.
A racconta l’esperienza di X sul suo gruppo Are We Dating The Same Guys cittadino, parlandone spropositatamente male.
B vede il post di A. In seguito, quando incontra X, rifiuta le sue avances e non prova neanche a farci amicizia.
C posta nel suo gruppo il profilo dating di Y, un altro uomo.
D vede il post di C. Ha incontrato Y in passato, e risponde al post con le sue “prove” del suo comportamento, anche in questo caso parlandone spropositatamente male.
Con questo flusso di informazioni, le donne nel gruppo possono (in teoria) stare al sicuro da eventuali atti di violenza e sopruso.
Il problema di fondo
Quando viene pubblicato un post su uno dei gruppi, vengono diffusi anche molti dati personali come nome, indirizzi, foto, screenshot di chat private, e chi più ne ha più ne metta.
Inoltre, gli uomini vengono falsamente accusati di cose che non hanno fatto o i loro gesti vengono interpretati in maniera esagerata.
Questo gesto viene chiamato doxing ed è molto pericoloso in quanto espone a comportamento indesiderato, accuse false, minacce, insulti, bullismo, stalking e violenza fisica.
Le conseguenze si vedono: danni non solo alla vita sentimentale, ma anche alla salute emotiva, alla carriera e alla reputazione per gli uomini identificati dentro quei gruppi, senza discorso o possibilità di difendersi.
Il che porta ad opportunità sciupate, amicizie perse e nel peggiore dei casi la perdita del lavoro o danni permanenti alla propria vita.
Inoltre, i veri tossici, se sanno di essere coinvolti in post dei gruppi, possono minacciare e doxare a loro volta.
Insomma, tutto si ripercuote sugli uomini con personalità debole e con poche (o zero) amiche, che in questo modo non si possono difendere.
Le reazioni dei coinvolti
Secondo un articolo su PRLog, un gruppo di New York sta già prendendo azione contro i diversi gruppi, che ammontano a più di 20 mila persone tra i doxxer.
Il loro obiettivo è farle pagare fino a 5000 dollari per incidente e 6 mesi di prigione, e incriminare i creatori e gli amministratori dei gruppi per aver creato intenzionalmente un ambiente ostile e diffamatorio.
La loro speranza è di mandare un chiaro messaggio che il doxing, le molestie e le false accuse sono azioni che hanno gravi conseguenze.
L’azione ha già ottenuto supporto significativo sia da uomini che da donne.
Cosa puoi fare se sei un uomo
L’amore tra uomo e donna è ancora possibile, ma con le determinate precauzioni.
Tieni sempre un comportamento adeguato, sia dal vivo che in chat, e non concederti alcun errore. Un singolo errore e sei fottuto.
Considera il fatto che la donna con cui ti stai vedendo sia una bugiarda cronica.
NON chiederle se è in un gruppo Are We Dating The Same Guy: faresti danno solo a te stesso e daresti l’impressione di essere uno di loro.
Confrontati con altri uomini, ma senza doxxare o confidare roba a soggetti tossici: non mettere il dito nella piaga.
In definitiva, tieni sempre la guardia alta, soprattutto se sei una persona sensibile.
E se hai notizia di essere stato diffamato, denuncia i colpevoli o partecipa a class-action come quella già citata sopra.
Conclusioni
Gli uomini, soprattutto quelli mentalmente deboli, sono sottoposti al giorno d’oggi a una gogna mediatica continua.
E a sottoporli a questa gogna mediatica sono donne o mentalmente deboli (che si mettono a diffamare per difendere la loro reputazione), o astute manipolatrici.
E in alcuni casi, le stesse donne ci rimettono, nel caso di uomini veramente violenti o manipolatori.
Questo circolo vizioso di tossicità e di violenza psicologica può (e deve) essere spezzato agendo in modo consapevole e responsabile.